Museo di strumentazione antica

A cura el dott.Roberto Argazzi e del p.i. Luca Bani

Il museo, allestito nell’aula dei Nobel dell’ex Dipartimento di Chimica, raccoglie diversi esemplari di strumenti risalenti in gran parte alla prima metà del XX secolo e provenienti principalmente dall’ Istituto Chimico di via Scandiana. Vi figurano varie tipologie di apparecchi per misure ottiche, tra i quali: polarimetri di Lippich, rifrattometri di Abbe a prisma e spettroscopi di Kirchhoff-Bunsen; strumenti per misure elettriche, comprendenti: galvanometri a specchio, potenziometri  e circuiti di misura a ponte di Wheatstone e Kohlrausch; apparati per misure fisico-meccaniche, tra i quali: tensiometri di du Nouy e viscosimetri di Hoeppler. La collezione di bilance annovera esemplari notevoli, in ottimo stato di conservazione, fabbricati dalla consociata italo-tedesca Galileo-Sartorius e riferibili agli anni 50 del ‘900. Di particolare interesse sono alcuni strumenti, acquisiti per scopi didattici, prodotti dalla fiorentina “Officine Galileo” e rivolti alla dimostrazione dei fenomeni legati alla scarica elettrica nei gas rarefatti e alle proprietà dei raggi catodici. Tra di essi, figurano vari tubi di Crookes, una scala di Cross del vuoto ed un rocchetto di Ruhmkorff. Tra le curiosità conservate nel museo, si cita un prezioso campione di 10 gr di acqua pesante, acquisito in data 19-6-1935, e proveniente dall’impianto elettrolitico di Rjukan della fabbrica norvegese Norsk-Hydro, unica in Europa a produrre tale composto in quegli anni. L’impianto, annesso alla centrale idroelettrica Vemork nella contea di Telemark, fu sabotato dalle forze alleate nel 1943 per il timore che i nazisti utilizzassero l’acqua pesante per la costruzione della bomba atomica.