Ricerca di descrittori di disturbo negli ambienti acquatici marini e di transizione

Recentemente la necessità di elaborare e testare nuovi strumenti e nuove metodologie di valutazione dello stato di qualità dell’ambiente bentonico in acque di transizione e marino-costiere, ai sensi della Direttiva Europea Acque 2000/60/CE, è aumentato drasticamente. Le comunità macrobentoniche (invertebrati bentonici) sono un elemento biologico estremamente efficace ed ampiamente utilizzato per la classificazione dello stato ecologico di ambienti marini e corpi idrici di transizione, grazie alla loro capacità di rispondere a fattori di stress naturali e impatti antropici. Per questi motivi gli invertebrati bentonici sono elencati tra i descrittori di qualità per l'implementazione della Direttiva 2000/60/CE sulle acque e della Direttiva quadro 2008/56/CE sulla strategia per l'ambiente marino (MSFD, 2008/56/CE), aventi l'obiettivo finale di raggiungere il buono stato ambientale (GES) dei corpi idrici marini e di transizione europei, entro il 2020.

 

Obiettivi

  • Testare l’efficacia di vari indici biotici, comunemente utilizzati ai sensi della 2000/60/CE in ambienti acquatici costieri e di transizione del Mediterraneo;
  • Monitoraggio (ambientale e biologico) nel lungo periodo per comprendere schemi e processi che sono alla base delle dinamiche degli ecosistemi.
  • Identificare dei surrogati tassonomici e funzionali in grado ridurre tempi/costi nell’ambito di monitoraggi di lungo periodo nello studio della dinamica di comunità acquatiche marine e di transizione

 

Strumentazione e Metodi

Per il raggiungimento degli obiettivi di questa ricerca si utilizzano diverse tecniche strumentali come quali la microscopia ottica ed elettronica.

 

Discipline coinvolte

Ecologia; Ecologia e chimica delle acque superficiali; Bioindicazione.

 

Gruppo di lavoro

  • Cristina Munari
  • Michele Mistri
  • Luisa Pasti
  • Alberto Cavazzini

 

Collaborazioni

Il gruppo si avvale di collaborazioni interne all’Ateneo (Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra), sia di numerose collaborazioni nazionali (ARPA FVG di Trieste; Università di Pisa; CNR-ISMAR di Venezia; ENEA di Roma; Università Ca’ Foscari Venezia) ed internazionali (AZTI-Tecnalia, Spain; Marine Biology Station, Slovenia)

 

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