Indagini sulla biodiversità faunistica negli ambienti acquatici con particolare attenzione a quelli marini e di transizione

Il Mediterraneo è noto per essere un hotspot di biodiversità, con un alto tasso di endemismi. Nonostante questo, contiene molte regioni e habitat che rimangono insufficientemente studiati, e diversi gruppi tassonomici sono ancora poco conosciuti. La descrizione di nuove specie è dunque un’alta priorità, soprattutto a fronte del fatto che la biodiversità del Mediterraneo è minacciata e influenzata da molti fattori, come l’invasione di specie aliene, cambiamenti climatici e pesanti pressioni umane (e.g. perdita di habitat e degrado, inquinamento ed eutrofizzazione). Le carenze conoscitive riguardano in particolare gli invertebrati, con il forte rischio che molte specie non ancora descritte possano estinguersi prima ancora che la ricerca diventi consapevoli delle loro esistenza e pertanto anche del loro ruolo funzionale nell’ecosistema e del loro potenziale biotecnologico. In particolare, l'introduzione e la diffusione di specie aliene (non indigene) è una delle principali minacce alla biodiversità degli ecosistemi acquatici e sta diventando un problema crescente per la comunità scientifica internazionale.

 

Obiettivi

  • Implementazione delle conoscenze relative a composizione delle comunità degli invertebrati bentonici negli ambienti acquatici;
  • Analisi della presenza e diffusione di specie aliene nonché del loro effetto sulla biodiversità indigena, in particolare in ambienti di transizione e porti commerciali e turistici dell'Adriatico settentrionale

 

Strumentazione e Metodi

Per il raggiungimento degli obiettivi di questa ricerca si utilizzano diverse tecniche strumentali come quali la microscopia ottica ed elettronica, combinate all’analisi filogenetica, mediante Real time PCR Biorad, sequenziatore.

 

Discipline coinvolte

Ecologia; Ecologia animale; Zoologia; genetica; ecologia molecolare.

 

Gruppo di lavoro

  • Cristina Munari
  • Michele Mistri

 

Collaborazioni

Il gruppo si avvale di collaborazioni sia nazionali (Università Ca’ Foscari Venezia) che internazionali (Alfred Wegener Institute, Germany; Aquatic Research & Consulting, USA; Smithsonian Environmental Research Center, USA; Universidad de Quintana Roo, México)

 

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